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ZOR AIDE
DRAMMA SERIO
PER MUSICA
DA RAPPRESENTARSI
NELL' I. R. TEATRO ALLA SCALA
la primavera dell' anno 18 23.
MILANO
^ DALLE STAMPE DI GIACOMO PIROLA
di contro al detto I. R. Teatro.
'NB. Ad alcuni pezzi di musica, siccome più. volte
in diverse occasioni ripetuti , ne sono stati
sostituiti degli altri. I versi virgolati si omet-
teranno nella recita per maggiore breyilà.
MOSteUBRMW
UilC-CHAPEL HfLt
ARGOMENTO.
3
Ircano Principe Asiatico^ dis^enuto Signore di
una parte della Nuhia ^ aveva per figliuola la
iella Zoraide, Il valoroso jdgorante Re di gran
parte di quella contrada se ne invaghì, f^ane
furono pertanto le inchieste da lui fatte ad Ircano
per ottenere la mano di lei. Per tal rifiuto adi-
rato udgorante gli mosse guerra ^ e lo cacciò da^
suoi Stati. Zoraide nella sua fuga imbattè in
Ricciardo^ il più prode de^ Paladini ^ e vinta da
irresistibile amore ^ abbandonò ht casa paterna
per seguirlo. Ircano addolorato al maggior se-
gno per la perdita della sua diletta figlia , non
sapendo ov^ ella si fosse ^ indossata una nera ar-
matura ^ e preso il nome del Cavaliere del Pianto^
vagando andò in cerca di lei. Agorante y sempre
desideroso di possedere V adoratcL Zoraide ^ e ve-
m/£o in cognizione cK ella si stava con Ricciar^
do , la fece a lui rapire , e condurre nella sua
reggia. Zomira , moglie di Agorante , in preda
alla più fiera gelosia , si abbandona agV impeti
della vendetta, mentre Ricciardo j caldo di amo
re, sotto foggia Affricana y e come scorta del
franco Ambasciatore, introduce con lui nella
reggia di Agorante , sperando in tal guisa di
rivedere il suo bene, di assicurarsi maggiormente
della sua fede, e di calmare il suo afflitto cuore.
4
Lo strattagemma di Ricciardo per illudere il
Re f abboccarsi colV oggetto amato, e proporre il
mezzo onde salvarla^ V incertezza e la smania
di ^gorante ; i palpiti di Zoraide ; le furie di
Zomiray V arrivo del disperato Ircano nel punto
che Zoraide è condannata ad essere chiusa in
un carcere, ed a riporre tutte le sue speranze
jìelle armi uti valoroso difensore } il riconosci-
mento di Ricciardo ; il suo arresto e quello di
Zoraide, per opera della gelosa Zomira ; la con-
danna di morte di Zoraide , Ricciardo ed Irca-
no; V acerbo dolore di Zoraide nel momento deU
V esecuzione / ed il sagrificio in fine di se stessa
e del suo amore in favore del padre ^ sono i prm-
cipali episodj di questo Dramma , presi in parte
dagli amori di Ricciardetto e Despina nel Poe-
ma del Fortiguerra y e dalV arrivo dello Scricca
nella reggia del Re di Nubia ; tutto il resto
è invenzione del Poeta per dare più rapidità ed
interesse alV azione y e farne con più naturalezza
succedere la necessaria catastrofe.
PERS ONAGGL
5
AGORANTE, Re di Nubia , amante non cor-
risposto di
Sig. Luigi Mari.
ZORAIDE, figlia d' Ircano , amante di
Signora Teresa JBelloc.
RICCIARDO, Paladino, amante di Zoralde.
Sig. Luigi Sirlelti.
IRCANO , potente Signore d'una parte della
Nubia, padre di Zoraide.
Sig. Carlo Poggiali.
ZOMIR.A, sposa di Agorante.
Signora Fiorinola lìlichelesL
ERNESTO, Ambasciatore del campo Cristiano,
amico di Ricciardo.
Sig. Lodovico Sirlelti.
FATIMA, confidente di Zoraide.
Signora Elena JBaduera.
! Grandi della Corte di Agorante.
Guerrieri seguaci del suddetto.
Damigelle.
Soldati di Agorante,
Soldati di Ricciardo.
La Scena fingesi in Duncala capitale della Nuhia.
Lja musica è del Maestro
sig. Gioachino Rossini Pesarese.
Le Scene sono dì! invenzione e esecuzione
del sig. Alessandro Sanquirico.
6
Sìipplimenti alle prime parti cantanti
Sig Giovanni Carlo Beretta. - Sìs,. Pietro Yasoli,
Sii^nora Carolina Villa.
Maestro al Cembalo
Sig. Vincenzo Lavigna,
Primo. Violino y Capo d'Orchestra
Si^. Alessandro Rolla.
ylltro primo Violino in sostitvzione al Sig.Kolìa
Sig. Giovanni Cavinati.
Primo Violino de^ Secondi
Sig. Pietro Bertuzzi.
Primo Violino per i Balli
Sig. Ferdinando Pontelibero.
jdltro primo Violino in sostituz. al Sig-, Pontelibero
Sig. Francesco De Bayloii.
Primo Violoncello al Cembalo
Sig. Giuseppe Storioni.
u^ltro primo Violoncello
Sig. Vincenzo Merighi.
Primi Clarinetti a perfetta vicenda
Sig. Pietro Tassistro. — Sig. Felice Corradi.
Primi Flauti
Sig. Giuseppe Rabboni. Sig. Carlo Alari.
Primi Oboe a perfetta vicenda
[Sig. Carlo Yvon. — Sig. Giuseppe Becalli.
Primo Corno di Caccia
Sig. Agostino Beloli.
Primo Fagotto
Sig. Gaudenzio Lavarla.
Primo Contrabbasso
Sig. (Giuseppe Andreoli.
Professore d^^rpa
Sig. Giuseppe Reichlin.
Direttore del Coro
Sig. Carlo Salvioni.
m — m imm m
Editore f e proprietario della Musica
Sig. Giovanni Ricordi.
Macchinisti
Signori
Francesco e G eryaso , fratelli Pavesi.
Capi Illuminatori
, Tommaso Alba. — Sig. Antonio Moriizzi.
Capi Sarti
Da uomo Da donna
Antonio Piossetti. Sig. Antonio Majoli
Attrezzista
Sig. Ermenegildo Bolla.
Berrettonaro
Sig. Giosuè Parravicino.
, Parrucchiere
Sig. Innocente Bonacina.
8 PERSONAGGI BALLERINI.
Inventore e Cumpositore del Ballo
Sig. Clerico Fraìjcesco.
Primi Ballerini serj
Signora Leon Yirgini.i. - Sig. Blasis Carlo. - Signora Pallerhii Antoma.
Altre prime Ballerine a vicenda, allieve emerite dell'Accademia
Signore
Angelini Giuseppa , Grassi Adelaide , Olivieri Teresa , Quaglia Gaetana.
Altri primi Ballerini
Sig. Toncino Domenico. - Sig. Ramacini Antonio.
Frimi Ballerini per le parti serie
Sig. Molinari Nicola. - Signora Bocci Maria. - Sig. Bocci Giuseppe.
Sig. Tiigan)bi Pietro. - Sig. Ciotti Filippo»
Primi Ballerini per le parti giocose
Sig. Francolini Giovanni. - Signora \ iganò CeleE^vC.
Primi Ballerini di mezzo carattere
Signori
Rondoni Pietro , Massini Federico , Fietta Pietro , Damore Michele ,
BedoLLÌ Antonio, Balanzoni Gio. , Cliiaves Angelo, Borresi Fioravanti.
Altri Ballerini per le parti
Signori
Biau Ciardi Carlo, Pallerini Girolamo, Trahattonl Giacomo^ Silej Anton.
Imperiale Regia Aocat>emta di Ballo*
Maestri di perfezionamento
Sig. Leon Arnoldo. - Signora Leon Virginia.
Maestro dì ballo
Sig. Villeneuve Carlo.
Maestro di miinica ed aggiunto
Signora Monticini Teresa.
Allievi salariati della suddetta Accademia*
Signore
Ravina Ester, Viscardi Giova.nna, Alisio Carolina, Bianclii Angela,
LUÌ Carolina, Cesarani Adelaide, Casati Carolina, Cesarani Rackeìe ,
Turpini Giuseppa, Novellau Luigia, Carboni Teresa,
Migliavacca Vincenza Besozzi Angela^ Terzani Francesca,
Bencini Giuditta , PortaUipi Giulia, Terzani Caterina , Bellici Pom^jea,
Òig. Casati Tomaso , Sig. Appiani Antonio , Sig. Casati Giovanni.
Corpo di Ballo
Signori Nelva Giuseppe,
Beiloni Micliele.
Goldoni Giovanni.
Arosio Gaspare.
Pairavicini Carlo.
Prestiuari Siefano.
Zanoli Gaetano.
Rinioldi Giuseppe.
Maesani Fiancesco.
Citerio Francesco.
Tadiglieri Francesco.
Coiiti Fermo.
Cipriiini Giuseppe.
R ossei ;i Marco.
Gavotli Giacomo.
Cozzi Giovanni.
Signore Ravarini Teresa.
Albuzio Barbara.
Trabattoni Francesca,
Bianciardi Maddalena,
Beiloni Giuseppa.
Fusi Antonia.
Rossetti Agostina.
Barbini Casati Antonia*
Ponzoni Maria.
Bertoglio Rosa,
Massini Caterina.
Costamagna Eufrosia.
Mazza Teresa,
Bedotti Teresa,
pitti Gaetana»
Morganti Teresa,
Conti Caterina.
9
ATTO PRIMO.
SCENA PRIMA.
Piazza , irrigata dal fiume Nubia.
Marcia militare:
sfilano le truppe allo spuntare delV aurora,
^gorante.
Iliede Agorante a noi,
Degli Affricani eroi
Primiero nel valor.
, Tra bellici sudori
Fiaccò l'orgoglio insano
Del temerario Ircano ,
Col braccio punitor.
^^o.Popoli della Nubia , ecco tra voi
Il vostro Duce , il Re ; vinsi , dispersi
1 ribelli seguaci
Del fuggitivo Ircano ,
Ei che , nato nell'Asia , in questi lidi
Fondò nascente impero, e ardi negarmi
Di sua figlia Zoraide un di la mano
Che pur ritolsi al rapitor Ricciardo ,
Per cui sdegnoso contro me già move
D'Europa a stento le raccolte schiere;
Proveranno ancor queste il mio potere.
Minacci pur : disprezzo
Coro
Quel suo furore insano ,
Con questa invitta mano
Di lui trionferò.
IO ATTO
Sul trono , a suo dispetto ,
Tutti i trionfi miei
Coronerà colei ,
Che il core m'involò.
Coro Si , con quel serto istesso , ,
Che offrirti è a noi concesso,
Che amor per te formò.
^go. Or di regnar per voi
Tutta la gioja io sento ,
Si grande è il mio contento
Ch'esprimerlo non so. {pattono)
SCENA li.
Atrio contiguo agli appartamenti d' Agorante.
Zoraide e Damigelle.
Coro Cjià spuntò T amica aurora,
E Zoraide piange ancora :
Sol d'ambasce - ella si pasce;
Ah? di lei che mai sarà?
Zor.Zoraide sventurata 1 in qual ti trijsie
Orribile soggiorno
Empia spietata mano! in questo stato
D'ogni tuo ben divisa, ah! che ti resta
Sperar, dolente, oppressa
Da mille affanni; in odio al Cielo? intanto
Frappoco io verserò l'estremo pianto.
Misera ! invano imploro
De' mali miei ristoro,
E sordo il Ciel non sente
Del mio dolor pietà.
Coro Consolati : che il Cielo
Alfm si placherà.
Ah! no, non disperar.
Zot\ Sperar., i
Coro Lo devi ancora.
PRIMO. ti
Zar. Forse . . .
Coro La calma avrai.
Zor. Ah ì che la bramo invano j
Calma per me non v'ha.
Ai vostri grati accenti
Sento un ignoto affetto •
Per voi la speme amica
Par che mi brilli in petto,
E sembra dirmi: il core
Felice ancor sarà.
Cbro Consolati, che il Cielo
Alfm si placherà.
SCENA Ut
^gorante , Zomìra^ e dette.
[àlV ordine cV A garante le Damigelle si ritirano)
uégo. A, voi ritorno alfine. Eccomi spoglio
Del mio fasto regal. Appiè d' amore ,
Appiè deir amistade il brando invitto
Lieto depongo , e fia diviso il core
Fra la pura amistade e un dolce amore.
Zom.{0 momento fatai!)
Zor. ( Ohimè , che inf.-^si ! . . . )
^^o.Zomìra, un di m'accesi
Di te, negar noi posso;
Ma ( non ti offenda il vero , )
La mia fiamma men viva in mè rideìta
Altri sensi per te.
Èor. ( Qual cenno ! )
Zom. (Indegno!)
^go. Ahi non turbarti. In Affricà mi è dato
Cangiar d'affetti a mio talento, lo sono
L'arbitro del mio core; e pur dal trono
Non chieggo allontanarti. Io vo' soltanto
Che Talma tua, per me costaste e fid^^
Con altra la mia gloria ancor divida.
12 ATTO
Zo/n. ffing'endo di non comprenderlo)
Per chi mai nutrì il tuo novello foco?,.,
-^^o.Nol comprendesti ancora ? . . .
Zor. (Ahi! qual giorno d'orrori giorno tremendo !)
Zoni.Taci, non dir di più, tutto comprendo.
Zor. ( Cruda sorte 1 ) '
u^go, (Oh amor tiranno!)
Zom. ( Io sprezzata ! . . .)
^go. (Ahi che momento!)
Zo77i. ( Più non reggo. )
a 3 ( In tal cimento
L'alma mia fremendo sta.)
^go. ( M' amerà ? . . .)
Zom, Crudel ! (ad ^go!)
Zor, (Che affanno!)
^-^go. Che mai dici ? . . . {a Zor.)
Zom. Indegna ! (a Zor,)
Zor, (a Zom.) E ardisci ?.. *
(Giusto cielo, in lor punisci
La più fiera crudeltà.
Zom. (Giusto cielo; in lui punisci
La più nera infedeltà. )
^go. ( Ciel , perchè cosi punisci
Chi s'accese a tal beltà?)
Coro di dentro Scendi propizio
Nume de' cuori.
Fa che Zoraide ,
Fra puri ardori ,
D'immenso giubilo
Esulti ognor.
y4go. ( Quai dolci palpiti ! . . . )
Zor. ( Quai tristi accenti ! . . . )
Zom. ( Vaneggio e smanio . . . )
^go. E amor non senti? (a Zor.J
Zor. Che dici . . . ( Ahi misera ! . , , )
Zom. Che sento. (Ahi perfido!)
^go. (Barbaro amor 1 )
PRIMO. i3
Dunque ingrata . . . , (a Zom,)
Zar. T'accheta... ti calma.
\^go. Sperar posso ? . . .
ZoTìu ( Che smania crudele ! )
jégo. Per te vive, respira quest'alma, (ajgor.)
Zom. ( O che rabbia ! )
Zor. ( Che acerbo martir ! )
Zo77i. Osi iniquo ? . . .
^go, or insulti disprezzo.
Zor. Per Zomira-deh! placa quell'ira.
Zom. Taci, trema; non voglio a tal prezzo.
ur^^o.Zor.( Che baldanza! )
Zom. Neppure un sospir,
^go. (Sarà Talma delusa, schernita,
Al mio bene per sempre riunita ,
O Ricciardo qui deve perir.)
Zom* (Sarà Falma delusa, schernita,
Air infido per sempre riunita,
O r indegno qui giuro punir.)
Zor. (Sarà Talma dolente, schernita,
Al mio bene per sempre riunita.
O a lui fida qui giuro perir, ^partonoj
SCENA lY.
Veduta in qualche distanza di una parte del ca-
stello che difende la città di Duncala,con fossi
e pianura adjacente. Un ramo del fiume Nubic>
la bagna. Un gruppo d'alberi che nasconde una
parte del fiume. Monti in distanza^
Soldati sulle mura, - Coro di esploratori.
Esplorai, utto è in calma
Picciol legno
Sol diè segno
D'approdar.
i4 ATTO
[AUra parte. Stiamo attenti ,
Vigilanti ,
Se alcun tenti
D'avanzar.
Tutti No , offese ,
Non temiamo;
Son le mura
Che guardiamo
Ben difese :
Nè bravura ,
]Xè r inganno
Ci faranno
V^yeniRY.C gli esploratori ^i ritirano.
Il ponte del castello innalza.)
S C E N A V.
Su piccolo hafteìlo approdano Ricciardo
sotto mentite spoglie Affricane ,
ed Ernesto ambasciatore del campo cristiano.
i?ic. Eccoci giunti al desiato loco;
Ecco, Ernesto, le mura
In cui rinchiuso è il mio tesor. Nel petto
Come mi batte il cor!
Ern.yy Ah ! non tradirti;
„ Pensa ove siam . . . Tu sai che in ogni parte
,, Di Ricciardo si chiede,
„ T' inseguono a vicenda ,
„ Il desolato Ircano,
„ Agorante inumano . . .
„ Ogni moto, ogni cenno
„ Ah ! svelarne potria . . ,
Ric.yy Sconosciuto qui son : facil non sia,
„ S'anche alcun mi conosca, in queste spoglie
„ Di potermi scoprir.
PRIMO. ^ i5
Ern. „ Invan lo speri.
„ Il valor , la tua gloria, il tuo splendore
Son noti al mondo intero :
Occultarti non puoi
„ Tu primo onor de' Paladini eroi.
Ric. PJo; celarmi saprò.
Ern. Dunque tu sei
Risoluto a seguire i passi miei ?
/?ic.E ne dubiti ancor?
Erri. Ah ! lascia almeno
Che , rispettato ambasciator , qui possa
Richieder del tuo ben, aprirti a un tempo
Facile strada a' tuoi disegni.
Rie» Amico,
Arrestarrqi non posso ; ad ogni costo
lo ti debbb seguir.
Ern, Come sottrarti
Di tanti esploratori al vigil sguardo ,
A sì nuovi perigli ?
i?ic. Non vaglion contro amore i tuoi consigli.
S'ella mi è ognor fedele,
Se l'amistà mi è guida,
Quest'alma non diffida
Di possederla ancor.
Em. All'amistà ti affida.
T'affida a questo cor.
Ric. Trionferemo insieme
Di si tiranna sorte ,
Le barbare ritorte
Saprà spezzare Amor.
Ern, Dividerò tua sorte ,
O vinto , o vincitor.
Ric. Qual sarà mai la gioja
Allor che a lei d'accanto,
Versando un dolce pianto ,
D'amor le parlerò.
i6 ATTO
Se nel pens^^rlo solo,
Ogni più acerbo duolo
Già nel mio sen cessò* (va sul bat-
tello, prende una bandiera bian-
ca^ eia consegna ad Ehiesto, Egli
Viììnalza^ è veduto dalla sentinel-
la; il ponte abbassandosi ^ entra-
no nella città,)
SCENA VI.
Atrio come prima.
^gorante con seguito.
^^o.di' entri Tambasciator.
Ern. A te m'invia
Di nostre schiere il duce.
Egli richiede che ragion si dia
DegV insulti a noi fatti ,
A noi che rispettiamo e leggi e patti.
^go. (Oh qual baldanza!)
Ern.Vn stuol de' tuoi seguaci
Di notte ardì furtivo
Avanzarsi ver noi, e prigionieri
Fe'con Zoraide allor pochi guerrieri,
Se non fu cenno tuo, se giusto sei,
lleiìdili in questo punto insiem con lei,
^</^j>Nol deggio. A h!dimmi,e qual ragion ne impone
tfiyi rispettar chi, da ladrone imbelle,
wOsa involarci timide donzelle ?
jRic. M ( Più non resisto . . . )
/'jn. V Ah frenati... (di nascosto)
^go; >;La fama
>'D'un eccesso sì reo grida per tutto;
w L'Affrica ancor ne freme. A te ne appello, (a
Rie,)
P R 1 M O. ì7
«Che qui nascesti e sei
w Guida al franco guerriero,
wSe ciò ch'io dico è vero.
Ric. w( Oh rabbia 1 ) E' vero.
JErn.wMa tua non è la giovane involata,
wNè suddita a te nacque.
^^o.wSuddita diventò quando a me piacque.
wl guerrieri a te rendo:
wPoi lascia al nostro amore
wDi regolar come gli aggrada il core.
Ric. rf {lo mi sento morir.)
£rn. w Termine ha dunque
wOgni tregua tra noi.
^go. Tanto potere
Ha una donna su voi , che per lei sola
Espor volete i vostri mille prodi ,
Con incauto consiglio,
A fiero inevitabile periglio?
J5rn.De' tuoi , tu mille ancor . . .
Ric. Sol questo ...
{con eccesso di furore toccando il brando)
Ern. Ah I ferma . . . {di nascosto)
jRic.(E'ver, già mi tradiva.)
JBrn.Qual risposta mi dai?
-^^g*o.L' avrai fra breve
In presenza di lei, de' miei più fidi.
Ern.Se pace o guerra vuoi, pronto decidi.
Cpartono)
SCENA YII.
Sala con trono.
Agorante con seguito: va a sedere sul trono.
Coro Se al valore compenso promesso
E' il possesso di giovin beltà,
iS ATTO
Fla Zoralde compenso maggiore
A un valore — che eguale non ha*
^goS appelli qui Zoraide , ove fra breve
Il franco ambasciator giunger pur deve.
SCENA YIIL
Zoraide p Fatima ^ e detti.
^^^o.Scaccia ogni tema <lal tuo cor : rimira
Innanzi a te non già il Sovran , ma solo
Il più tenero amante.
wAgorante non sdegna a' piedi tuoi
«Prostrarsi in atto umil : ei che non seppe
«Avvilirsi giammai.
«S' or non senti pietà , erudal m'avrai.
Zor. Signore , a te son grata
Di tanto amor per me; ma l'alma mia
E' oppressa dal dolor, w Priva d'un padre,
«In preda a un fier destin, come il mio core
«Può indifferente ragionar d'amore?
^^o.Più pretesti non voglio.
In faccia al mondo intero in questo giorno
Io t'offro la mia mano, il soglio e quanto
Di piii grato a te ha.
Zor^ Lasciami al pianto.
SCENA IX.
Ricciardo , Ernesto , e dettL
JRic.(vjhe veggo mai?)
j4go. E ancor non senti in seno
D' amor per me quilch^ scintilla almeno?
. Cessi omai quel tuo rigore,
) Deh consola un' alma amante :
i Fa ch'esprima il tuo sembiante
f Qualche palpito d'amor.
PRIMO. 19
Ern. \ Senti, oh Ciel! come il mio core
Sta nel seno palpitante ,
Chi mai puote a quel sembiante
Non accendersi d'amor?
Ric. Frena , oh Ciel ! nel tuo dolore
Or che siamo a lui d' innante :
Quel ardir che nel sembiante
Suole imprimere T amor.
Zor. Tu che vedi il mio dolore ,
Giusto Cielo , in questo istante :
Fa che almen nel mio sembiante
Resti tacito V amor.
Ern. Risolvesti? {s avanza ver50 ^jgo.)
^go. Ho risoluto.
Ern. Tu Zoraide alfin mi cedi ?
j4gQ. Noi sperar: è mia lo vedi,
E a pugnar già volerò.
Zor. Che sento !
Bic. Ahi barbaro 1
Ern. Qual fiero insulto I
j^go. Saprò distruggerli.
Ric. Al fier tumulto
Zor. k D'affetti , ahi miser^
Ric. ^ Regger non so.
Coro Come in un subito
Il di cangiò.
Em. Parto , ed annunzio
Che vuoi tu guerra...
^go^ Di , che invincibile ,
Per mar, per terra,
Sempre Zoraide
Difenderò.
ATTO PRIMO.
SCENA X.
Zomira e detti,
Zom. TT arresta, o perfido, (ad jégo)
Noi soffrirò.
As&> All' armi . . . abbattervi
Tutti saprò.
Tutti Oppressa , smarrita ,
Delira quest'alma,
Più tregua , più calma
Trovare non sa. {marcia in distanza
che chiama le truppe in raccolta)
Zoraide f Ricciardo ed Ernesto.
Qual suono terribile
Foriero di lagrime !
. In me già s'accrescono
Gli affanni , le smanie ,
E il Cielo implacabile
^ Non sente pietà.
^goranle e Zomira.
In me già s accrescono
Le furie , le smanie ,
E amore implacabile
Non sente pietà.
Firn delVAtto primo.
31
ATTO SECONDO.
SCENA PRIMA.
Atrio, come neirAtto primo,
Ricciardo , e ^gorante con seguito.
tiic. Sicuro e franco io m' offro a te. Ci unisca
Di vendetta egual brama. A te Ricciardo
Tolse il tuo bene , e a me la sposa amata
Ahi! fu da quel crudel anco involata
l/^^o. Perfido ! . . . E come mai con tanto ardore
(Se ad altra diede il cor) Zoraide or chiede?
Hic. Cerca punirla , percliè tua la crede.
^^o.Oh rabbia!... A che arrestarci?,..
Rie, Ferma : le sue minacce
Or dobbiamo sprezzar, esse fian vane
Quando uniti sarem. Pochi , ma scelti ,
Ho guerrieri a me fidi ;
Veglian costoro accorti ^
Suir inimico campo. All'oste infida
Non dier finora alcun sospetto : in seno
L'ira frenai per vendicarmi appieno.
^^o.Opportuno giungesti... Amico, oh quanto
A te grato son io !.. . ma ancor più grato
lo ti sarò, se per tuo mezzo ottengo
Questa, dolce al cor mio, prima vendetta*
Rie, Tutto farò per te.
^^o.Svela a Zoraide
Di Ricciardo gl'iniqui
Occulti tradimenti. Ah ! tu soltanto
Puoi cangiare il suo cor ... tu sol.
22 ATTO
Ric. Compresi :
Ma difficil mi sembra ... è donna... è amante.
^go.ll tentarlo non nuoce. A te mi affido ,
Vsnne per ora, e attendi
Nella vicina stanza i cenni miei. (Rie, parte)
SCENA II.
uégorante.
ti voi partite. ( a suoi) Eccomi solo... oh Dei I ..
Che mai vuol dir quel tremito improvviso ,
Che mi scuote le vene?... Ah ! son tradito...
Ah! son misero ancor... ne sento in seno
11 presagio funesto...
Ohimè! dove son io?... sognai ... son desto?...
Fallace fu il contento,
Certa la mia sciagura ,
Im.merso oh Dio 1 mi sento
Nel primo affanno il cor.
Saziati, sorte ingrata,
Apriti terra , e invola
Quest'alma desolata
A tanto suo dolor. (parte)
SCENA III.
Ricciardo introdotto da un Seguace di ^gorante.
Oh ciel I... Che mai farò? Diviso, ondeggio
Tra speranza e timor . . . Sempre diffida
Un'alma innamorata:
Rivederla dovea... Si, quest'indugio
Necessario è per me... L'incerto core
Io rassicuro , e i miei guerrieri intanto
Raggiungermi potranno;
SECONDO. oZ
A lor sarò di alta ,
O la vita darò per lei che adoro ...
Ma ella vien . . . Ah ! di piacer già moro !
SCENA IV.
Zoraide , e detto.
Zor. Ciel , che veggo ! Qual insidia si trama !
(ricoprendosi col veio)
jRic. Zoraide. { avvicinando si J
Zar. E ardisci . . . ingannata son' io.
Fuggasi.
Ric. Ah ferma . . . ascolta . . .
Zor. Noi posso.
T'allontana da me...
Ric. Così m' accogli . . .
L' amor mio , la mia fe più non rammenti ?
Zor.Qual voce! ... quali accenti! (riguardandolo)
Sei tu! ... posso sperarlo o pur vaneggio?.,.
{alzandosi il velo)
Ric. Non vaneggi , son' io.
Zor. Come tu qui!... Chi vi ti trasse ! Oh cielo!
Qual piacer ! Qual contento !
Dimmi 5 spiegami alfm qual fu l'inganno,
Qual scampo avreni.
Ric. A me t'affida. Ah ! sappi
Ch'Ernesto..: i miei seguaci
Da qui lunge non son, ch'io finsi...
Zor. Ah ! taci . . .
Può sorprenderci alcun : tutto è sospetto
In questa reggia. E sarà ver ch'io possa
Chiamarti mio senza timor?
Ric. Si , cara ,
Presto il potrai , non dubitarne.
Zor. Oh cerne
Per te risorge il mìo vigor primiero !
24 ATTO
jRic. E* giusto il ciel.
Zor. Ci assisterà , lo spero,
a 2 Nume benefico
Che fosti, e sei
Piacer degli uomini, '
E degli Dei ,
Di due cor teneri
A te devoti
Ascolta i voti ,
Pietoso Amor. (sopr aggiunga
\ ^garante,)
SGENA V.
^goranie y e detti.
^^o.tibben che pensa!... (a Rice, piano)
jRic. Sembra fede prestare ai detti miei.
Mostrati indifferente.
Disprezzala se puoi . . .
^^o.Tutto comprendo,
„ Zoraide , ah sai che , per Ircan tremendo
„ Grande è lo sdegno mio , ma fu più grande
„ La mia pietà per te , se ti lasciai
„ Libera i sensi tui {agitazione di Zar,)
„ Svela tutti a costui
„ Del padre tuo l'amico.
Zor.„( Oh ciel! respiro.)
^go.^y E or bramo ancor, per tuo maggior rossore,
^ „ Che a me sveli il tuo cor , senza timore.
„ Ma che ! . . . tu taci?... Ah forse
,^ Innanzi a uno straniero
„ Non osi proferir.
Zor.j, Ah no t'inganni:
i,, Mi fan dubbiosa e mesta i lunghi affanni,
^^o. M'illudesti abbastanza.
11^ tuo silenzio istesso
SECONDO.
Sì , tutto a me svelò. Più non ti curo ,
Le tue colpe non vo* più rinfacciarti ,
In odio alfin mi sei. Prendila, e parti.
Conducila al suo ben , che a te rapio
La tua sposa infedel.
ZoreCielo ! che ascolto ! . . .
Ingannarmi potesti . . . (sotto voce a Ric.)
Hic. Ah taci , io finsi. (come sopra a Zor.)
^^o.Ebben, che mai risolvi?
Zor. Fio risoluto ,
Del mio padre l'amore al suol natio
M'appella : altro non bramo, io parto, addio.
^^o.(Ogni speme perdei...
E ridarla deggio al mio nemico...
Tanta virtù non ho...) Crudeli ... T'arresta...
Nel carcere il più orrendo . . .
! gl'impeti raffrena
Pentirsi ella potrà.
^^o.No , non lo spero. ^
„ Ma vo' che il mondo intero
» ^^egga quanto 1' amai ,
„ Quanto ingiusta ella fu, che trucidarla
„ Dovrei , e pure alla ragion dell' armi
„ Affidar l'onor mio, la gloria io voglio ,
„ Gli usi obbliandoj^^i miei diritti e il soglio.
Chi difenderla vuol,^ven§a, l'attendo;
Per lei pugnar qui deve,
/re. lo la difendo. (facendosi ù^anti)
.i^^o.Chi sei !.. . Che mai pretendi ?
SCENA YL
Ircano tutto svestito di bruna maglia ^
con visiera abbasso ,
introdotto dai Grandi, e detti.
i26 ATTO
Qaal baldanza è mal questa ?
Nella mia reggia istessa
Volgere il piè sotto mentite spoglie ?
Qual cagione ti spinse a tal cimento ?
Ire. Son di scudo agli oppressi , e non pavento*
Contro cento , e cento prodi
La pietà mi rende invitto,
E se cado al suol trafitto ,
Mi è di i^loria la pietà.
-^§0' (Quanti dubbi e qiiai sospetti^ .
Mentre smanio e mi dispero,
Quell'incognito guerriero
Ora in me destando vai)
Zdr.ei?ic.( Quanti dubbi e quai sospetti.
Mentre P^^^J^ e teriio e spero :
incerto *
Queir incognito guerriero
Ora in me destando va! )
Trv. Venga in campo alla tenzone
Chi difenderti dovrà.
^g<3. Mira iti questo il mio campione, (mo^
Che difendermi sa^rà. strando Ric.)
Zar. ( Quale inatteso fulmine
liic. E' questo oh Dio per me l
In tal cimento orribile
No, scampo alcun non v'è.)
^go. (I torti miei, qual fulmine
Vendifcherà per me.
Sarò con lei terribile ,
S'ella più mia non è.)
Jrci (Più ratte ancor del fulmine
Son le sciagure in me.
Pfo , sorte più terribile
Di questa mia non v*è.
Ago. Nel più profondo carcere
Traggasi.
SECONDO.
Mie. Zoì\ Ire. Ahimè che sento 1
Èie. i Son sposo. ... 1 •
1 c ^1 in qual cimento
e < oon padre... ^
Ire. i ^ Trovasi questo cor!
Ire, E mia : crudel ! rapirmela {tori forza)
Invano tu potrai.
Ago. E' sua.,, che sento io mai!...
, S'accresce il mio furor.
Rie, E sua ? che sento io mai! .
Sdegno m'accende il cor.
Zor. Sua?... Ciel , che sento io mai!
in qual tumulto ho il cor 1
^^o.Zor.Parli.
Ire, T'arresta.
Zor. Ahi misera !
Bic. Q u ai. palpi ti !
./rc.eZor. Crudel! .
Coro Non vagllono querele,
Non vale il lagrimar.
Zor. ( Di mie sciagure il termine
Ire. 7 Io veggo omai vicino; -
e i O cangia il mìo destino,
Ric. C O qui ^degg'io spirar.
Ago. Saprò del mio destino ,
Dell'empia trionfar, {parìonìi il Co^^
ro e trattenuto da Zom.)
SCENA m
Zomira e Coro.
Zom^^n stranier nella Pieggia? a rae ridite
Perchè venne , chi sia , non mi traditi;
Corù Incognito , audace
Sembrava che pac^
Tenisse à recar ;
28 ATTO
Ma tutti ne illuse ,
Ei vuol dalle accuse
Zoraide scusar.
Zom.( Confusa è Talma mia.)
Ma di Zoraide il difensor chi fia ?
Coro Del Franco tra breve
La guida qui deve
Il Re vendicar.
E in carcere orrendo
Zoraide gemendo
E' tratta a penar. (partono)
Zom.Che intesi ! ha ! ciò mi basta
Ei nelle mie catene
Cadrà ... no , non s' indugi , oprar conviene.
(parte)
SCENA YIII.
Profondo carcere.
Zoraide.
Chi mai sarà quello stranier ? Qual fiera
Incertezza crudel I sul mio destino ,
Sul destin di Ricciardo ,
Son costretta a tremar : nè di speranza
Un lampo solo» in tanto orror m' avanza.
SCENA IX.
Zomira con alcuni fidi , e detta*
Zor.Zomiral oh Ciel... forse tu qui ne vieni
A raddoppiar gì* insulti ,
A goder del mio duolo, o pur, spietata,
Nel mio sangue a bagnarti!
Zom.Con mio rischio, o crudel, vengo a salvarti.
SECONDO- 29
2ror. wNo , che la mia salvezza
«Non la chieggo da te.
Zom.Dunque tu vuoi
I «Veder Ricciardo a piedi tuoi trafitto I
Zor. « Ricciardo ! che mai dici?
*;Io mi sento morir !
Zom.j; Dopo il conflitto
f> Ei vincitor ....
iZor.w Chi mai?... (con trasporto)
Zom.;; Ricciardo.
Zar. wOh gioja l
>^Come egli qui ?
Zom.wNo, il fingere non giova:
w Arrestato già fu mentre era intento
>;Ad eseguir forse novelle imprese.
Zor.j; Che sento? ahimè! che* affanno I
)*Se perderlo degg' io , meglio è eh* io mora.
Zom.»;E' in mio poter: posso salvarlo ancora.
«Non indugiar, fuggi da questo loco ,
Ricongiungiti a lui. Altro io non bramo
ifChe vederti lontana.
«Ogni altra cura, il sai, è per me vana.
Zor. Lo so ... ma come ! e per qual strada ? oh Dio !
Son fuor di me .
Zom, Per quella appunto ov'io
M' introdussi poc* anzi.
Libero è il varco: ogni custode a tempo
Fu sedotto da me. Ti sarà guida
11 più fido de' miei. Ya , il tempo vola ,
Parti.
Zor. O ciel Tira tua volgi in me sola, (nelpart.)
Zom.w Vendicata son io... tua non appieno;
;^Ambi perir dovranno.
ATTO
SCENA X.
udgorante e detki.
uégo.» vjome ! tu qul?..per qualcagion ?.. Ma àoy^
wDov' è Zoraide ?
Zom.wE ancora
w Ardisci in mia presenza
«Di pronunziar queir aborrito nome ?
wElla fuggi , t* illuse :
wMe illudere non seppe. A tempo accorsi,
wCol tuo rivale istesso
w Arrestata sarà per cenno mio.
^gO ffl^ crederlo poss' io ? Come! in qual loco
"Ascondersi ei potè!
Zom."No, non s'ascose;
«Amico a te si finse ,
»Per te pugnò, ma a suo dispetto ei vinse,
^^o.w Quale enigma è mai questo !
wll vincitor d' Ircano . , .
Zom.ìfD' Ircan ... del di lei padre. Oh! quai vicend
wS' affollano in un punto.
^gojf Di mia piena vendetta il tempo è giunto, (par.
Zom.Lj inganno è ornai compito ;
Sono alfm vendicata
Più. non ti curo ingiusta sorte ingrata.
Zom.Andiam, contenta io sono.
Mi fian sgabello i miei nemici al trono.
(par toni
SCENA XL
Zomira e Coro.
Coro
Fra lacci già sono
I perfidi amanti,
Pur lieti costanti
Si giurano fe.
SECONDO. 3i
SCENA XII.
Piazza, come nelFAtto primo.
Ricciardo e Zoraide tra soldati,
avanzano lentamente.
Coro di uomini e donne.
0.
_^ual giorno, ahimè! d' orror !
Pur lieto in Ciel spuntò.
Quanto s'inganna un cor
Che spera d'eternar
Il rapido piacer.
Vittima dell'amor.
Ahi ! giovane beltà
Al suolo or or cadrà.
Nè il pubblico dolor
Ha forza d' arrestar
Del fato il rio poter.
Zor. Ah Pùcciardo ! (abbracciandolo)
Ric. ; Ah Zoraide !
a 2 In morte solo
Ci riunisce il cielo ... e ben , si mora.
E fian di gioja almeno
Le lagrime , i sospir , le voci estreme
Confondere in morir uniti insieme.
SCENA XIIL
Continua la funebre marcia ed il Coro.
Ircano tra soldati col braccio destro fasciata.
Zor.Che veggo ... Il padre mio ! . . . (si getta
Ire. Da me scostati , ingrata : ai suoi piedi)
No , figlia mia non sei.
32 ^ ATTO
Zor. E* ver, mancai. Confesso i torti miei.
^;Ma se ora il pianto mio, il mio dolore
wNon 6on bastanti ad ottener perdono,
Ancor tua figlia io sono,
«Chiamami con tal nome, e il giusto sdegno
»;Poi non trovi in punirmi alcun ritegno.
Ire. >>Ahi! qual cordoglio è il mio S . . .
i?tc."Quai rimproveri atroci!
Zor." Oh ciel!
Ire, '>Deh mira ! (a Ric^
})K qual punto ti spinse un cieco affetto.
fi Ah I tu sei la cagion del mio tormento ...
«Ma se moro con te, moro contento.
Zor,>; Che dici?,.. Ah! perchè esporti
«A tanti rischi tra nemiche squadre?,..
Ire, »Come spegner si può l'amor di padre?
«Per te qui venni, io per te sol pugnai:
«Quel traditor mi vinse,
Zorjf Ah che facesti !
•'Come amarti potei.,. (a Rie)
jR/c.);Incolpane il tuo cor.
Zor.« Qual duolo è questo!
Ire. «Perfidi! 11 pianto mio vi dica il resto.
SCENA XIV.
^garante p e detti.
yigo^^j ancor non eseguite i cenni miei ?
Peran tosto gl'indegni,
Abbian fine con essi i rei disegni.
Zor. Salvami il padre almeno ,
Poi vibra a questo seno
Quella tua spada ultrice.
Morrò , morrò felice ,
Intrepida morrò.
SECONDO. 35
0. Prima il rivai si sveni ,
Poi se al mio sen non vieni
Il padre immolerò.
Zor. ( Che intesi I qual voce.
Sul core piombò I )
Ire. (QuaTira feroce.)
/4go. ( Oh elei che farò ! )
E non ubbidite? {i guerrieri avanzano
Zor. Arrestati. Ah 1 senti. per trucidare
Ire. Ric. ( Qiiai fieri tormenti!) Ire. e Ric.)
Coro (Salvarli chi può!)
Zor. Per poco ti calma . . .
(Ahimè! che quest'alma
Smarrita, tremante
Tra il padre, e l'amante.
Soccorso non trova
Non trova pietà.)
SCENA XV-
Zomira, e detti.
Zom. Oorpresì , traditi
Noi siamo . . . Per tutto
Non regna che lutto ,
Che duolo , che orror.
^or.7r,/?i.(Qual gioja!)
égo. Che dici ?. . . {Ern. sbarca
co^ suoi f ed i seguaci d'u4go. fug^
gono inseguiti da quei di Rice:
questo libera Ire. ^ ed impedisce
ad Ern. d^ uccidere jdgo.)
Mori perfido !
Rie, T'arresta.
Vendicarmi, ah! si dovrei... .
Ma or che vinto , e oppresso sei
Non sarebbe che viltà, {gli restituisce
la spada)
54 ATTO SECONDO.
Zom.^^.(Duol, rimorso, orror , stupore
Mi condannano a tacere.)
Ric. Zar. Riedi al padre, e non temere,
Egli al sen ti stringerà.
Ira Vi perdono. A tal virtude
Egli merta la tua mano.
^go. Ah m'avveggo, eh' è pur Yano
Contro amor ogni poter.
Zoiti. Sconsigliata ! Ahi fu pur vano
Il mio sdegno , il mio poter.
JRicZor. Or più dolci intorno al core
Stringe amor le sue catene ,
Più soave dalle pene
Or fa sorgere il piacer.
^go. Palpitando oppresso il core
Non ha forza, non ha speme,
Dair eccesso delle pene
Resta attonito il piacer.
Zom. Si raddoppian le mie pene
Nel colpevole pensier.
Ire. Più soave dalle pene
Veggo or sorgere il piacer^
Tutti.
Deir amore ali* alma face
L'amlstade a noi la paoe
Riconduce , ed il piacer.
FiiiQ.